Abbandono - Ora è solo l’abbandono che mi guida. Non ho altra bussola!
Gesù si compiace di mostrarmi l'unico cammino che porta a questa fornace Divina: questo cammino è l'abbandono del bambino che si addormenta senza timore tra le braccia di suo Padre ... "Se qualcuno è piccolissimo, venga a me" ha detto lo Spirito Santo per bocca di Salomone e questo medesimo Spirito d'Amore ha detto anche che "Ai piccoli è concessa misericordia". In nome suo, il profeta Isaia ci rivela che nell'ultimo giorno "Il Signore condurrà il suo gregge al pascolo, radunerà gli agnellini e se li stringerà al seno"; e come se tutte queste promesse non bastassero,, lo stesso profeta il cui sguardo ispirato si immergeva già nelle profondità eterne esclama in nome del Signore: "Come una madre accarezza suo figlio, così io vi consolerò, vi porterò in braccio e vi accarezzerò sulle mie ginocchia". Dopo un simile linguaggio, non c'è altro che tacere, e piangere di riconoscenza e amore. (242. Manoscritti Autobiografici).
Cosa evoca la parola abbandono? Può evocare esperienze negative o positive che hanno bisogno di essere determinate. La parola è di origine francese, abbonda nella narrativa francese, in ciò che Teresina legge. Ab – bandon, ab indica scissione e separazione, bandon significa bando, concorso. Il senso di questa parola è separazione da un oggetto quando si mette all’asta. Mettere al bando: separare qualcosa per indicarla pubblicamente, può essere un oggetto, una persona. All’asta si mettono cose da cui ci si vuole separare definitivamente, perchè per noi ormai non hanno valore. Abbandonare un oggetto è un’azione irreversebile. Qualcosa viene ceduto senza l’intenzione di rientrarne in possesso, senza preoccuparsi della sua sorte: non importa chi l’acquista nè se viene svenduto. Ciò è molto forte se si pensa a scelte, persone, situazioni di vita esistenziali. Abbandonare una carriera, un posto di lavoro, una vocazione, il sacerdozio, il marito, i figli, un anziano, il tuo popolo, la tua terra. L’idea è che l’abbandono sia qualcosa di terribile, spesso l’abbandono non è voluto, è causato dalla guerra, dal dramma. Tutto ciò genera un’idea di abbandono come qualcosa di negativo, doloroso. Con tutto ciò ci dobbiamo fare i conti. Abbiamo molta sensibilità quando veniamo abbandonati, un po’ meno quando siamo noi ad abbandonare, ciò richiama la nostra responsabilità. Nelle scelte è naturale abbandonare qualcuno o qualcosa, e si può essere un po’ maldestri e magari far soffrire nostro malgrado qualcuno, accorgendoci che le scelte a volte non sono semplici. Ci accorgiamo che abbandonati, abbandoniamo. Facci pace con questa cosa: anche tu abbandoni, abbandonerai. L’abbandono dev’essere evangelizzato, dietro c’è il tema esistenziale della solitudine. L’abbandono ha bisogno di ricevere la luce del Vangelo, a partire anche da ciò che è squisitamente umano. L’esperienza tragica dell’abbandono è anche una delle esperienze più subilmi della vita umana: l’abbandono degli amanti, tra le bracci del partner, l’abbandono dell’offerta totale di sè della nudità, l’unione dei corpi è abbandono l’uno nella vita dell’altro. Mi consegno a te, mi affido a te. Questa esperienza d’amore cui tutti aneliamo, che posso vivere in un rapporto intimo, o in un abbraccio. Con Teresina abbiamo l’abbandono del bambino. Da una parte l’abbandono tragico, dall’altra l’abbandono intimo. E tutti abbiamo fatto questa esperienza. In Teresina, nei suoi Scritti Autobiografici, vediamo tutta una storia d’abbandono. S. Margherita Redi parla di abbandonamento, e in una lettera, in cui è spossata dalla malattia, scrive: sento in me questo abbandonamento. Fiducia sconfinata, alla cieca, in Dio, come una bambina, o come una sposa. Amore sponsale o infanzia spirituale sono le due porte per bussare forte alle porte del Padre. Teresina n.242 degli Scritti Autobiografici. Dio è un distributore sempre aperto di grazia e domanda alla tua libertà di essere responsoriale. La controparte di questa erogazione continua di grazia è l’abbandono. “Ora non ho più alcun desiderio, se non di amare Gesù alla follia” – unico desiderio per Teresina è amare Gesù alla follia. “È l’amore che mi interessa, è l’amore solo che mi attira”. Come? “Ora è solo l’abbandono che mi guida. Non ho altra bussola”. Tutto il mio esercizio è nell’amare, per amare, per perseverare ad amare, anche chi non ci ricambia. L’amore sa trarre profitto da tutto, e lascia un’umile profonda pace nel cuore. (n.253 Manoscritti autobiografici). Abbandono nella volontà di un altro, a qualcuno che non ci lascerà e che ci fa trarre profitto anche dal dolore e dalla sofferenza, dandoci suo Figlio, Gesù. Lc 23,46 Padre, nelle tue mani, consegno il mio spirito – icona dell’abbandono nelle braccia del Padre.
Appunti dall’incontro di Padre Gabriele Morra
Arcetri 12 novembre 2023
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