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Showing posts from March, 2024

Pregare il Vangelo della Pasqua

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  Egli vi precede... Dopo la sepoltura di Gesù tutti si disperdono e se ne vanno. Ma tre donne, un nucleo di comunità, rimangono ostinate nell’accompagnare il loro Maestro fino alla fine. Piene di tenerezza femminile e di pietà umana, non indietreggiano e fanno il possibile per alleviare il dramma che il Crocifisso ha subito, nonostante gli evidenti ostacoli: la pietra massiccia che chiude il sepolcro, le guardie spietate ivi presenti, la debolezza fisica femminile; anche l’unzione di un cadavere dopo un giorno e mezzo dalla sua sepoltura risulta inutile, uno spreco ... Esse sperimentano la loro estrema incapacità nel risparmiare la sofferenza e salvare la vita di Chi amano. “Tutto il possibile” non è altro che tentare di rimandare per poco tempo l’emanazione dell’odore della putrefazione del cadavere! Tuttavia non si fermano e fanno questo poco che possono, per amore di Gesù, stando attente a rispettare la legge di Dio (il Sabato). Si mettono insieme in cammino, e scoprono che, pa

150 anni - una storia di santità 5: LA CARITA'

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La preghiera ha come primo frutto la carità. Il nostro cuore, in questo esercizio di amore, viene riabilitato ad amare. I movimenti sono sempre due: ci spinge dentro noi stessi, nella nostra interiorità abitata da Dio e spesso disertata per paura o non consapevolezza. Ma poi ci spinge fuori, come per un’abbondanza d’amore ricevuto e sperimentato, che non può essere trattenuto. La preghiera è sempre un movimento del cuore che non si arrotola o attorciglia in se stesso, ma si slancia verso l’altro. è sempre una relazione, con se stessi e con Dio, e in modo naturale anche con le persone che ci sono accanto, fino alle più lontane. Diventa questa anche la chiamata di ciascuno: ascoltare e comprendere qual è il posto nella vita in cui possiamo amare di più. Amare ed essere amati. Davvero il Signore vuole grandi cose da ciascuno di noi, e alla sera della vita sarà proprio questo l’essenziale che resta: l’amore dato e ricevuto. Ecco la testimonianza dalla biografia di Bettina: “E in casa e

Pregare il Vangelo della domenica delle Palme

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  La liturgia di questa domenica ha il suo vertice nella lettura del racconto della passione del Signore secondo l’evangelista Marco. I racconti della passione e risurrezione, che si leggono a conclusione dei vangeli, furono in realtà i primi ad essere trasmessi dagli apostoli, i primi a formarsi nella tradizione e ad essere messi per iscritto. Furono il primo vangelo, la prima “bella notizia” cristiana, da cui si partì per recuperare poi l’evento tutto intero di Gesù. Passione e risurrezione, infatti, illuminano tutta la vita terrena del Signore e della sua missione di salvezza. Meditando i vangeli, contemplando la vita di Cristo, noi conosciamo Dio come Padre. In ogni gesto e parola di Gesù − che è preso da compassione di fronte al male che può colpire una persona, guarisce, conforta, rassicura, chiama, insegna, mette in moto insomma la vita di chi incontra ~ c’è sempre questo messaggio: il Padre vi ama; potete contare sul suo amore, anche se vi siete smarriti egli viene a cercarvi

150 anni - una storia di santità 4: LA PREGHIERA

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  C’è chi vive la preghiera come una tortura, perchè è un tempo che non sa come riempire, prova noia, non si sa che dire. C’è chi vive la preghiera come un tempo di pace e sollievo, di benessere, in cui decomprimersi rispetto allo stress e alle preoccupazioni. La preghiera ha in sè entrambi gli aspetti: fatica e sollievo. Eppure il punto non sta nè in questo nè in quello. È normale infatti che non solo nell’arco della vita, ma nell’arco di una stessa giornata, si alternino i momenti di aridità a quelli in cui viene più spontaneo raccogliersi. Il punto sta nella consapevolezza che questo tempo è, comunque sia, un tempo molto prezioso, e mai sprecato. È un tempo infatti di autenticità, in cui restare nella verità di se stessi, sotto lo sguardo di Dio, che ama e perdona. La verifica non sta tanto in un’analisi della propria prestazione davanti a Dio, bensì nel vedere se questo cammino di preghiera (più o meno arido) porta frutti di carità. Tanto più questo tempo speso nel silenzio e nel r

Pregare con i Santi del Carmelo: padre Anastasio Ballestrero

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  Il Card. Ballestrero ci offre anche questa settimana alcuni spunti pratici per la nostra preghiera: scegliemo anche il luogo, dove pregare. Il luogo che più ci aiuta il nostro raccoglimento, può essere anche sempre lo stesso: una sorta di luogo ove darsi appuntamento. Anche il corpo ha il suo significato: nella preghiera ci entro con il mio corpo, la posizione deve favorire la distensione dell’anima e un’attenzione tutta rivolta a Dio. Scelgo inoltre la modalità con cui voglio entrare in rapporto con il mio Signore: gli faccio semplicemente compagnia, oppure gli parlo, lo supplico, lo lodo con i canti o con la preghiera dei salmi. Guardo a Cristo: da Lui imparo quegli atteggiamenti filiali che sono relazione totale e totalizzante con il Padre.   La fedelt à all’ascolto è premiata dal nostro maturare: ascoltando Gesù, diventiamo più Gesù, assumiamo i suoi atteggiamenti filiali. La sua preghiera diventa nostra. Come pregava Gesù? Il Verbo di Dio fatto carne porta nella sua dimens

150 anni: una storia di santità (3): L'AMORE PER L'EUCARESTIA

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  La Chiesa vive dell'Eucaristia. (...) L'Eucaristia, presenza salvifica di Gesù nella comunità dei fedeli e suo nutrimento spirituale, è quanto di più prezioso la Chiesa possa avere nel suo cammino nella storia. (papa Giovanni Paolo II). Bettina ha coltivato fin da piccola un’attrazione e un amore particolare per Gesù Eucarestia. All’inizio si trattava di quella intuizione che Dio dà ai più piccoli, ricettivi e aperti al mistero. L’intuizione di trovarsi proprio in compagnia di Gesù, sotto il suo sguardo amoroso e benedicente, che sempre ci aspetta per riversarci la propria vita, in una pace profonda. Lasciamo dunque andare ogni resistenza di fronte a questo mistero, e rimaniamo semplicemente nel suo amore. Con stupore, adorazione e riconoscenza. Gesù Eucarestia divenne fin dalla prima Comunione di Bettina il fulcro e l’alimento della sua vita, come più tardi di tutta l’opera sua. “Quando ero bambina” narra ella stessa, “se venivo a sapere che in qualche chiesa si teneva G

Pregare il Vangelo della V domenica di Quaresima: VOGLIAMO VEDERE GESU'

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  Ci si avvicina alla Pasqua, all’”ora” di Gesù, secondo il linguaggio dell’evangelista Giovanni. È l’ora della sua passione e della sua morte. Quell’ora di cui alle nozze di Cana aveva detto alla madre: “La mia ora non è ancora giunta”, quell’ora che aveva annunciato come vicina e verso la quale andava con determinazione, è arrivata. Si trovano a Gerusalemme per la festa di Pasqua alcuni greci, appartenenti cioè alle genti, dunque pagani. Vogliono incontrare Gesù perché avranno sentito parlare di lui quale maestro autorevole e profeta. In Giovanni il verbo vedere ha un significato più profondo del semplice “riuscire a vedere”: essi desiderano incontrarsi con Gesù per conoscerlo. Rappresentano tutti coloro che cercano Gesù, cercatori del suo vero volto, tra i quali ci siamo anche noi che leggiamo il Vangelo. Lo vedranno, tra poco, questo volto. La vita di Gesù sta volgendo alla fine, ormai i sommi sacerdoti hanno preso la decisione di condannarlo a morte. È arrivata l’ora della g

Vuoi guarire?

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  Nel Vangelo di Giovanni (Gv 5, 1-9) si parla di una piscina, la piscina di Betzaetà: ha cinque portici sotto i quali c’è un gran numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici. Insomma, un luogo simile a una sala d’attesa in cui si ritrovano acciacchi diversi, tutti in attesa di un miracolo o, almeno, di un cambiamento.   In questa grande folla, Gesù vede uno che è malato da trentotto anni, da una vita: da prima che Gesù nascesse quest’uomo sta male! Mentre in altri racconti di guarigione è il malato che cerca Gesù, che lo supplica, qui invece è Gesù che prende l’iniziativa, che interroga, che rivolge la parola con una domanda apparentemente scontata e provocatoria: “Vuoi guarire?”. A noi spettatori questa domanda di Gesù infastidisce un po' e ci viene spontaneo   dire: ma ti pare il caso di fare una domanda del genere? Ma certo che vuole guarire! Si trova vicino alla piscina proprio per questo! Sembra ovvio che cerchi e aspetti la guarigione. Ma non è così scontato.   Inf

150 anni: una storia di santità (2): MAMMA ROSA

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  Ognuno proviene da una terra santa, ed è quella delle proprie relazioni familiari o comunque delle prime relazioni di riferimento. Santa non significa perfetta. Crescendo si prende consapevolezza della fragilità e delle mancanze di questo primo nido che ci ha consegnato la vita, e menomale, perchè serve a formare in noi uno sguardo di misericordia verso l’altro e verso noi stessi, dal momento che siamo creature. Ma se siamo creature, significa che qualcuno ci ha creati, e guardando al creatore, scopriamo che Egli benedice la propria creatura come qualcosa di molto buono! Crescendo, si prende consapevolezza maggiore anche della bontà di queste radici, che hanno saputo trasmetterci valori, buone abitudini, educazione e fede, ovvero un tesoro di cui non sempre ci accorgiamo. Ecco che la Beata Teresa Maria della Croce, insieme alle cronache del tempo, ci consegnano il racconto della mamma, Rosa Manetti, come colei che ha saputo con la propria vita trasmettere una fede viva in Dio, fatta

Pregare con i Santi del Carmelo: padre Anastasio Ballestrero

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  La tradizione carmelitana ci trasmette un punto molto importante: la preghiera non è solo un atto, che faccio più o meno con piacere o con fatica o per dovere. È un rapporto. È un essere. Il card. Ballestrero afferma: io sono preghiera. Cristo mi unisce a sè, alla sua persona, la sua vita diviene la mia vita, Lui è la mia vita. Egli è la Parola che mi dona in ogni istante la vita, mi rigenera ancora come Figlio e Figlia. Egli è il Verbo che si è fatto carne, che è venuto ad unirsi ad ogni aspetto della mia persona e della mia vita: nulla è ostacolo a un rapporto con Lui, anzi, tutto mi riconduce a Lui. In questo appuntamento, lasciamo che la nostra preghiera sia ascolto attento e amoroso, a Lui che parla alla mia vita, la guarda con amore, si unisce a me, qui ed ora.   La preghiera non la si può considerare come qualcosa al di fuori del nostro essere, ma si identifica col mio essere stesso: io sono preghiera . E, per essere preghiera, non c’è altra strada che Cristo. “Ascoltatelo!”

150 anni: una storia di santità (1)

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Quest'anno festeggiamo 150 anni della famiglia religiosa delle Carmelitane di Firenze. Ma andiamo alle origini di questa storia. Le radici hanno un nome ed un volto: Teresa Manetti , chiamata la Bettina , originaria di Campi Bisenzio (FI). Ecco gli inizi della sua vita: "è una casetta da pigionali di proprietà del marchese Viviani della Robbia, sulla via dei Mori, oggi segnata col numero 41. I suoi abitatori sono l'umile pollaiolo Gaetano di Salvatore Manetti e Rosa di Pietro Bigagli: giovani di schietta pietà e di onorato costume. Primo frutto delle loro nozze cristiane celebrate il 22 aprile 1845 è la piccola Teresa, che vide la luce il 2 marzo dell'anno seguente alle tre del pomeriggio e fu rigenerata nelle acque battesimali il giorno dopo, nella Pieve di S. Stefano a Campi".   Il Signore sceglie ciascuno di noi «per essere santi e immacolati di fronte a Lui nella carità» ( Ef   1,4). Le umili origini di Bettina siano per noi segno di una chiamata all'union

PASSIONE - Incontri ad Arcetri

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  La passione contiene tante altre passioni, lo vediamo dal termine stesso, la cui radice è come uno scrigno che porta in sè più tesori. Guardiamo infatti ai tre significati principali che sono racchiusi in questa parola. 1. Patire.   Siamo abituat i a una dimensione eroica del dolore. Cry of pain. è un dolore che umilia, che schiaccia al suolo. Dolore di cui non vedo la fine, non vedo la dimensione redentiva, nulla di eroico, è dolore che ti annienta. Non mi sento di reagire. Oscar Wilde: dov’è il dolore, là il suolo è sacro. è una dimensione che ti schiaccia, e che ha in sè una dimensione di sacralità, proprio perchè in qualche modo è un luogo intoccabile. Dolore lancinante di cui non si vede nulla di positivo. 2. Amore.   Siamo al lato opposto dello spettro: amore che ti travolge. Non ragiono più, non penso più. Il bacio di Hayez. La ragazza sembra proprio essere trascinata, passiva. L’amore è travolgente, ti trascina. Diventa totalizzante, assoluto. Dimensione dell’eros, dell’a

Pregare il Vangelo della IV domenica di Quaresima: GIOIA

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  Oggi è la domenica detta laetare , cioè della gioia, e la liturgia ci mette davanti il motivo della gioia: Dio ci ama. È una delle proposizioni più semplici che si possano immaginare – osserva R. Cantalamessa – un soggetto, un oggetto, un verbo, eppure contiene il pensiero più vasto che l’uomo possa concepire: Dio e l’uomo e, tra essi, l’amore. Non è solo un pensiero, è una realtà. Una realtà presente da sempre, dall’eternità, manifestata nella storia del popolo d’Israele e rivelata in modo pieno nel Figlio di Dio fattosi uomo, in Gesù che dà la sua vita perché noi possiamo avere la vita. Quella vera, che l’evangelista Giovanni qualifica con l’aggettivo eterna. Non è solo la vita senza fine dopo la morte, ma una realtà già presente ora in chi crede: è la vita che non muore, che nessuna cosa al mondo può togliere, che pulsa anche di fronte agli ostacoli, alle difficoltà, alla sofferenza, che permane anche quando le proprie potenzialità e aspirazioni umane non si realizzano. Perché h

Pregare con i Santi del Carmelo: padre Anastasio Ballestrero

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  La preghiera profonda (con questa espressione sottolineiamo il carattere interiore dell’esercizio di preghiera) è base e fondamento di un rapporto personale con Dio.   Si colloca nei luoghi più intimi della persona. Per entrarvi, ho bisogno anzitutto di silenzio e solitudine. Un’ottima guida verso questi luoghi, in cui Dio trova la sua dimora, è il respiro. Ascoltando il proprio respiro, lo spirito gradualmente trova calma e concentrazione ed è pronto per lasciare un attimo da parte le occupazioni esteriori, per rivolgersi tutto a Dio. S. Maria Maddalena de’ Pazzi testimonia proprio questa esperienza: ella sentiva il Padre che “aspira”, il Figlio che “respira” e lo Spirito Santo che “ispira”. Il Card. Ballestrero, che scegliamo oggi come nostra guida nel cammino di preghiera, parla di respiro di figli . Questo tempo di silenzio ed intimità con il Signore è un vuoto che lascia spazio al movimento della fede: la fiducia nella sua presenza. Dio è presente nella mia vita, si unisce a me

Pregare il Vangelo della III domenica di Quaresima: Ci crediamo?

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  Siamo arrivati quasi a metà del nostro cammino di Quaresima. La liturgia di oggi ci offre un brano dal Vangelo di Giovanni (Gv 2: 13-25), nel quale Gesù scaccia tutti fuori dal tempio, sparpaglia il denaro dei cambiavalute, rovescia le tavole, e dice ai venditori di colombi: «Portate via di qui queste cose; smettete di fare della casa del Padre mio una casa di mercato». Gesù era arrabbiato? Forse. Non sappiamo in che tonalità di voce abbia detto queste frasi, ma la cosa certa è che Gesù era pieno di zelo, Egli infatti è un “Dio geloso” (Es 20) per la sua casa, la casa del suo Padre. Il gesto di Gesù nel tempio di Gerusalemme vale anche per il nostro tempio interiore, ovvero il nostro cuore. Gesù vuole spiegare cosa può stare o non può stare nella nostra interiorità, nel nostro “Castello Interiore” direbbe S. Teresa di Gesù. «Portate via di qui queste cose; smettete di fare della casa del Padre mio una casa di mercato». Sembra che Gesù sia molto chiaro nel dire che in questa casa