Pregare il Vangelo della III. domenica: GIOIA!!!
La liturgia della Parola di oggi, III
Domenica di Avvento, è tutta all’insegna della gioia. La
vediamo emergere dalle parole di Isaia, nella prima lettura: la gioia del
profeta è incontenibile davanti alla grazia della liberazione e salvezza offerta
dal Signore. Alla sua gioia fa eco l’esultanza espressa da Maria nel cantico
del Magnificat che troviamo nel salmo responsoriale; la Vergine esulta non solo
per le meraviglie che il Signore ha compiuto in lei, ma per tutti coloro che
sono oggetto della misericordia di Dio. Troviamo un riferimento alla gioia
anche nella seconda lettura, dove s. Paolo esorta i cristiani di Tessalonica ad
essere lieti; c’è qui un desiderio autentico di vedere i cristiani gioiosi,
senza angoscia per il domani.
In questi testi troviamo anche il motivo
di questa gioia, che nella Messa ci viene anticipato dall’antifona di ingresso:
“Rallegratevi sempre nel Signore: ve lo ripeto, rallegratevi, il Signore è
vicino”. (Fil 4,4,5)
Capiamo da noi che non si tratta di un
rallegrarsi semplicemente per qualcosa di positivo che è accaduto, per un
evento bello. Quanti fatti negativi, dolorosi stanno accadendo oggi nel mondo e
quanti eventi dolorosi accadono anche nella storia personale di ciascuno di
noi. No, qui si fa riferimento ad una gioia diversa, che nasce da un’esperienza
interiore, del profondo: il Signore è vicino, è prossimo, è presente, è
accanto, è compagno del cammino della vita, sempre, dentro gli eventi positivi
e dentro i fatti dolorosi.
La Parola di Dio ci dice - e noi possiamo
farne esperienza - che il Signore fascia le ferite dei cuori spezzati, libera
dalla schiavitù, porta fuori dalla prigionia, ricolma di beni gli affamati,
soccorre chi è nel bisogno... Sono parole rivolte non solo al popolo di Israele
del tempo del profeta Isaia o della Vergine Maria, ma all’umanità di tutti i
tempi; sono rivolte anche a noi, oggi. Siamo noi i bisognosi dell’aiuto del
Signore, con i cuori spezzati per le vicende dolorose che viviamo, affamati della
felicità; siamo noi a poter essere schiavi per esempio del nostro egoismo, del
giudizio degli altri, della mentalità corrente, prigionieri delle nostre paure,
delle immagini false su Dio ...
La Parola di Dio ci dice anche – e noi
possiamo fare esperienza anche di questo – che il Signore è misericordioso. Non
è il castigo l’ultima parola di Dio di fronte alle nostre infedeltà, ma la
riproposta, all’infinito, senza mai stancarsi, del suo amore, l’invito continuo
a tornare alla relazione con Lui, la restaurazione dell’alleanza. Dio mantiene
le sue promesse, il Signore è amico e sposo fedele.
Ancora, la Parola ci dice – e possiamo
sperimentarlo – che il Signore ci rende uomini nuovi, ci rinnova rivestendoci
di una nuova bellezza. Perdonati, liberati da ciò che ci rende prigionieri e
schiavi, amati per quello che siamo, siamo uomini nuovi, che possono vivere da
figli, coscienti di essere creature bisognose della grazia di Dio, che da soli
non possono fare niente ma hanno un Padre a cui rivolgersi, certi di non essere
mai soli, certi di essere sempre oggetto di un amore fedele.
Il cuore dell’uomo desidera la gioia.
Tutti desideriamo la gioia, ogni famiglia, ogni popolo aspira alla felicità È l’aspirazione
ad una vita piena, un anelito insopprimibile, perché è costitutivo del nostro
essere, ci è stato collocato da Dio nell’intimo. È la condizione per l’adesione
a Gesù: chi anela alla vita, incontrandosi con la Vita, sceglie per essa.
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