Pregare il Vangelo dellla domenica: seconda domenica del Tempo ordinario

 

La Colletta di questa domenica ci invita a chiedere


a Dio di accogliere costantemente la parola di Gesù. In altri termini, utilizzando l’espressione che troviamo nella Prima lettura in relazione a Samuele, potremmo dire che ci invita a “non lasciar cadere a vuoto nessuna parola” di Dio; e sulla scia dell’incontro tra Simone e Gesù che ci viene raccontato nel Vangelo, potremmo anche aggiungere che ci esorta a “non lasciar cadere a vuoto nessuno sguardo” di Dio.

Terminato il tempo natalizio, ecco ciò che ci attende nell’ordinarietà quotidiana: l’incontro con il Signore, e l’esperienza della sequela. Incontro e sequela, infatti, come la chiamata dei discepoli, avvengono nella trama degli eventi quotidiani e nei luoghi dove normalmente svolgiamo la nostra vita. Il Signore passa, passa in questa nostra vita, mescolato alle altre persone, alle vicende che viviamo, alle nostre occupazioni.

Passa e “fissa lo sguardo su di noi” cioè ci guarda intensamente e in profondità. Questo sguardo arriva al cuore, il luogo dove ha sede un’ansia di pienezza che può trovare compimento solo in Dio. La prima parola di Gesù nel testo del Vangelo di oggi è una domanda: “Che cosa cercate?”, che va a proprio a toccare quella ricerca di significato per la vita che ciascuno di noi porta dentro.

La risposta a questa sete interiore è una scoperta progressiva, un cammino di gradualità, non solo da un punto di vista cronologico, ma anche propriamente umano, un cammino capace di integrare le dimensioni della persona, del desiderio e della libertà. E questa scoperta è affidata ad un’esperienza concreta: “Venite e vedrete”.

Al ‘cercare-trovare’ fa seguito il ‘seguire-rimanere’: i due discepoli si fidano del Battista, si fidano di Gesù, accettano, vedono e restano, si lasciano coinvolgere. L’iniziativa è sempre del Signore, ma poi sta a noi seguire, scegliere, diventare discepoli.

Anche noi siamo invitati a porre attenzione a ciò che ci muove dentro, ad affinare il nostro sguardo per non rischiare di perdere il Signore che passa, e a fare l’esperienza concreta e progressiva della sequela.

 

 

 

 

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