Pregare il Vangelo con le Carmelitane di Firenze: Prima Domenica di Quaresima 

Gesù è stato battezzato nel fiume Giordano da Giovanni e, uscendo dall’acqua, ha visto i cieli aprirsi, lo Spirito di Dio scendere su di lui e ha sentito la voce del Padre che gli conferma il proprio amore e la sua identità di Figlio amato. Ma appena questo è avvenuto, lo Spirito disceso su di lui subito lo spinge - letteralmente, lo scaccia - nel deserto. È il deserto della sua “quaresima” (i 40 giorni). Gesù entra cioè in una zona d’ombra, perché il deserto è luogo di prova, di tentazione; lì è più che mai presente Satana, il diavolo, menzognero e ingannatore, la cui missione è dividere e separare, soprattutto da Dio.

Questo luogo fisico è simbolo di un luogo interiore, di quelle situazioni verso cui a volte la vita ci spinge, in cui siamo posti davanti a noi stessi e a Dio, costretti a stare da soli davanti alla verità di noi, messi “a nudo”. Questa esperienza fa emergere ciò che abita dentro la nostra interiorità, mette in luce quelle realtà che non ci piacciono di noi, che non vorremmo, che non accettiamo e cerchiamo di mascherare. Sono gli aspetti oscuri della verità di noi. La tentazione ci sollecita a scegliere: evadere da questo contatto, oppure rimanere, senza fuggire. Gesù con questi aspetti oscuri, con queste belve selvatiche, ci stava. È l’immagine dell’umanità riconciliata con se stessa. È fare pace con il fatto che siamo creature, e questo è ciò che ci lega più intimamente con Colui che ci ha creato. Nel deserto proviamo sulla nostra pelle che siamo limitati, che non bastiamo a noi stessi, che abbiamo fame e sete, che siamo insufficienti. Questa esperienza scava a fondo nel nostro rapporto con Dio. Il deserto è terra di prova e tentazione, sì, ma anche luogo in cui possiamo vivere la nostra relazione con il Signore con maggiore intensità, luogo in cui ci si sente impotenti ma nello stesso tempo ci si rifugia e ci si abbandona alla potenza di Dio, da figli. Non siamo soli. Senza lo Spirito Santo il deserto diventa solo luogo di paura e di disorientamento, ma sotto la sua azione diventa luogo per iniziare un vero cammino di fede.      


sr Sara della Trinità

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