150 anni - una storia di santità 8: LA CASA IN VIA BUIA
Siamo nel punto in cui Bettina, pur non avendo ancora ben chiaro a cosa il Signore la sta chiamando, compie un passo concreto. La sua certezza è che desidera essere del Signore, e questo desiderio lo condivide con due amiche. Non ha ancora tutto chiaro, ma si indirizza con determinazione lungo la strada del suo desiderio. L'esperienza stessa la aiuterà a chiarire in se stessa ciò per cui è chiamata. Il Signore stesso le manderà attraverso le situazioni di vita chiari segni che daranno una direzione ai suoi passi. Questo è anzitutto il tempo del desiderio, in cui le tre amiche si mettono in ascolto di ciò che le spinge nel profondo. Esse danno una forma a questo desiderio attraverso le prime scelte concrete che sono per loro a portata di mano: iniziano a vivere a casa di mamma Rosa, facendo una prima esperienza di una vita fatta di preghiera, fraternità e carità.
Bettina scelse due compagne, Isolina Paoli e Anna Mariotti, e pensò di vivere stabilmente, in comune, nella sua propria casa. Non incontrò difficoltà da parte della madre e del fratello Raffaello, che si era appena sposato. Anzi, il loro assenso fu pronto e pienissimo, lieti di far cosa grata alla Bettina. Ed ecco la casa Manetti trasformata in un caro, delizioso monastero in miniatura, fragrante delle più belle virtù degli antichi ordini claustrali. La soffitta divenne il dormitorio per le tre congregate e per mamma Rosa. Il sottoscala, buio ed angusto, fu l'oratorio privato della Bettina.
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