PASSIONE - Incontri ad Arcetri

 


La passione contiene tante altre passioni, lo vediamo dal termine stesso, la cui radice è come uno scrigno che porta in sè più tesori. Guardiamo infatti ai tre significati principali che sono racchiusi in questa parola.

1. Patire. 



Siamo abituati a una dimensione eroica del dolore. Cry of pain. è un dolore che umilia, che schiaccia al suolo. Dolore di cui non vedo la fine, non vedo la dimensione redentiva, nulla di eroico, è dolore che ti annienta. Non mi sento di reagire. Oscar Wilde: dov’è il dolore, là il suolo è sacro. è una dimensione che ti schiaccia, e che ha in sè una dimensione di sacralità, proprio perchè in qualche modo è un luogo intoccabile. Dolore lancinante di cui non si vede nulla di positivo.

2. Amore. 



Siamo al lato opposto dello spettro: amore che ti travolge. Non ragiono più, non penso più. Il bacio di Hayez. La ragazza sembra proprio essere trascinata, passiva. L’amore è travolgente, ti trascina. Diventa totalizzante, assoluto. Dimensione dell’eros, dell’amore che vuole per sè: ti amo – ti voglio.

3. Pazienza.



La radice è la stessa, patior in latino. Ci si ricollega alla dimensione del dolore. Ma se attendi, significa che lo desideri, per cui ci si ricollegga anche all’amore. C’è nella pazienza il seme di chi vuole e al contempo soffre perchè non ha. La passeggiata della vedova. La donna attende il marito che non tornerà. Rende l’idea delle ore che passano, la donna si fonde con le colonne della balaustra, si fonde con il luogo dell’attesa.



C’è un elemento di giuntura. Ecco il Cristo di San Giovanni della Croce. Qui questi tre aspetti si riuniscono e diventano uno. La passione di Cristo li unisce: è sofferenza, è dolore, è morte è schiacciante. è un atto d’amore. La croce non è stata scelta, ma comunque accolta, e accolta per amore. Per amore del Padre e degli uomini. è atto di amore assoluto. il dolore schiacciante e senza senso viene accolto, e così diviene atto di amore. Il dolore da una parte, l’amore dall’altra: Cristo è al centro a fare d’unione.



Pregnant: la Madonna è davanti al sepolcro chiuso. È la dimensione dell’attesa nei giorni del sepolcro. Il sepolcro sembra la fine. La Madonna però non perde la speranza e continua ad attendere, nella fede del compimento di ciò che abbiamo visto finora. Non è un’attesa fine a se stessa, ma punta alla Pasqua, alla Resurrezione. L’essere cristiani è il vivere alla luce della Resurrezione (Bonhoffer). Pazienza che ha bisogno di essere illuminata dall’amore, deve divenire urgenza di amare.

Appunti dall’incontro tenuto da Giacomo Minnini


Madeleine Delbrel, La gioia di credere, Gribaudi

La passione, la nostra passione, sì, noi l'attendiamo. Noi sappiamo che deve venire, e naturalmente intendiamo viverla con una certa grandezza.
Il sacrificio di noi stessi: noi non aspettiamo altro che ne scocchi l'ora.
Come un ceppo nel fuoco, così noi sappiamo di dover essere consumati. Come un filo di lana tagliato dalle forbici, così noi dobbiamo essere separati. Come un giovane animale che viene sgozzato, così noi dobbiamo essere uccisi.
La passione, noi l'attendiamo. Noi l'attendiamo, ed essa non viene.

Vengono, invece, le pazienze.
Le pazienze, queste briciole di passione, che hanno lo scopo di ucciderci lentamente per la tua gloria, di ucciderci senza la nostra gloria.

Fin dal mattino esse vengono davanti a noi:
sono i nostri nervi troppo scattanti o troppo lenti,
E' l'autobus che passa affollato;
il latte che trabocca,
gli spazzacamini che vengono,
i bambini che imbrogliano tutto.
Sono gli invitati che nostro marito porta in casa e quell'amico che, proprio lui, non viene;
E' il telefono che si scatena;
quelli che noi amiamo e non ci amano più;
E' la voglia di tacere e il dover parlare,
E' la voglia di parlare e la necessità  di tacere;
E' voler uscire quando si è chiusi
e rimanere in casa quando bisogna uscire;
E' il marito al quale vorremmo appoggiarci
e che diventa il più fragile dei bambini;
E' il disgusto della nostra parte quotidiana,
E' il desiderio febbrile di tutto quanto non ci appartiene.

Così vengono le nostre pazienze, in ranghi serrati o in fila indiana, e dimenticano sempre di dirci che sono il martirio preparato per noi.
E noi le lasciamo passare con disprezzo, aspettando - per dare la nostra vita - un'occasione che ne valga la pena.
Perché abbiamo dimenticato che come ci son rami che si distruggono col fuoco, così ci son tavole che i passi lentamente logorano e che cadono in fine segatura.
Perché abbiamo dimenticato che se ci sono fili di lana tagliati netti dalle forbici, ci son fili di maglia che giorno per giorno si consumano sul dorso di quelli che l'indossano.
Ogni riscattto è un martirio, ma non ogni martirio èsanguinoso: ce ne sono di sgranati da un capo all'altro della vita.
E' la passione delle pazienze.

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