Pregare con i Santi del Carmelo: padre Anastasio Ballestrero

 


Il Card. Ballestrero ci offre anche questa settimana alcuni spunti pratici per la nostra preghiera: scegliemo anche il luogo, dove pregare. Il luogo che più ci aiuta il nostro raccoglimento, può essere anche sempre lo stesso: una sorta di luogo ove darsi appuntamento. Anche il corpo ha il suo significato: nella preghiera ci entro con il mio corpo, la posizione deve favorire la distensione dell’anima e un’attenzione tutta rivolta a Dio. Scelgo inoltre la modalità con cui voglio entrare in rapporto con il mio Signore: gli faccio semplicemente compagnia, oppure gli parlo, lo supplico, lo lodo con i canti o con la preghiera dei salmi. Guardo a Cristo: da Lui imparo quegli atteggiamenti filiali che sono relazione totale e totalizzante con il Padre.

 

La fedeltà all’ascolto è premiata dal nostro maturare: ascoltando Gesù, diventiamo più Gesù, assumiamo i suoi atteggiamenti filiali. La sua preghiera diventa nostra.

Come pregava Gesù? Il Verbo di Dio fatto carne porta nella sua dimensione di incarnazione il colloquio filiale col Padre, ma si serve anche di atteggiamenti esteriori, quali il pregare di notte, il pregare in solitudine, nel deserto o sul monte. Anche lui dà importanza all’ambiente della preghiera.

Prega con atteggiamenti corporali, anche. Nell’orto dell’agonia, “prostrato, pregava”. In atteggiemento di umiltò, spoglio di ogni presunzione e arroganza.

Pregava a voce alta; nel Tempio, cantava. (...)

Cristo rivive, pregando, i suoi rapporti col Padre: pensiamo alla preghiera sacerdotale, nell’ultima cena. Ma anche in ogni attimo della giornata Gesù assume nella sua preghiera la vita, le vicende quotidiane. Anche le tentazioni, nel deserto. È lui la strada, ha vissuto in sè ciò che noi dobbiamo vivere in Lui e con Lui.

(Card. A. Ballestrero – Fermati e prega)

Comments

Popular posts from this blog

150 anni: una storia di santità (1)

Incontri ad Arcetri: URGENZA!

Pregare con i Santi del Carmelo: S. Maria Maddalena de' Pazzi