Pregare il Vangelo della domenica: E' FUORI DI SE'!
Il regno che Gesù è venuto ad inaugurare è davvero
l’ingresso di un nuovo “mondo” nel nostro mondo, l’instaurarsi di un nuovo modo
di giudicare le cose e di creare legame con tutto: con la realtà che si vive,
con ciò che si possiede, con gli affetti che si provano. È l’avverarsi di
quello sguardo nuovo di cui parla s. Paolo nella seconda lettura, uno sguardo
che non si “fissa” sulle cose visibili, che sono «di un momento», cioè hanno
una consistenza relativa, ma su quelle invisibili, «eterne», che sono
espressione di quella realtà vera, autentica, che è Dio.
Questa grande novità emerge nel Vangelo di oggi a proposito
dei rapporti familiari, di parentela, che costituiscono un ambito molto
personale della nostra esperienza. Nel brano possiamo notare una
contrapposizione tra l’atteggiamento scettico e preoccupato dei parenti di Gesù
– «è fuori di sé», dicevano – e l’atteggiamento invece delle persone che
stavano attente ad ascoltare Gesù. Questo atteggiamento offre al Signore la
possibilità di esprimere in una frase quel nuovo legame di parentela che verrà
a crearsi d’ora in poi nel suo nome, un legame non più fondato «sulla carne e
sul sangue» bensì sul compiere la volontà di Dio.
È
davvero possibile per noi, tra di noi, una nuova familiarità, un’unità così
profonda nella quale – come dice s. Paolo nella lettera ai Galati – «non c’è
più giudeo né greco; non c’è più schiavo né libero; non c’è più uomo né donna,
perché tutti voi siete uno in Cristo Gesù». Non apparteniamo più solo a noi
stessi, a vincoli di sangue o di interesse, ma innanzitutto apparteniamo a
Cristo. È una nuova nascita, una nuova generazione. Il Signore per la sua
potenza, la sua grazia, ci libera, ci riscatta. Il rapporto che ci dà di
entrare in comunione con Gesù e realizzare con lui un incontro di salvezza è la
fede, è l’accoglienza del Signore. Un’adesione che non rimane a livello
intellettuale ma raggiunge il cuore, coinvolge cioè tutta la nostra persona e
ci porta ad ascoltare la sua parola e a vivere la fraternità nel
vincolo dell’amore come figli e figlie di un unico Padre.
sr Sara della Trinità
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